Tra pace e ambiente: la figura politica di Alexander Langer nelle parole di Giuseppe Civati
«La pace non è l’assenza della guerra, è qualcosa di molto diverso. La pace si costruisce insieme, politicamente e socialmente». Giuseppe Civati affronta una platea compatta. Molti gli studenti e gli interessati che affollano l’Aula Omero Proietti dell’ex-monastero Santa Chiara, sede della sezione di Filosofia, per ascoltare una riflessione che ha la sana leggerezza di una chiacchierata e al contempo lo spessore di un approfondimento politico.
Giuseppe Civati arriva infatti al Macerata Humanities Festival 2024 da editore e curatore del suo nuovo libro “Il Piano Langer”, edito da PeoplePub. Alimentata dal professor Tommaso Farina, docente di Pedagogia Sociale e Pedagogia delle emergenze del Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo, la presentazione del libro di Civati ha assunto i caratteri di una analisi formativa intorno ai temi della più stringente attualità.
Al centro del libro presentato da Civati, la figura e il “piano” sociale e ideologico di Alexander Langer, politico, saggista, giornalista ambientalista e pacifista italiano. Fondatore dei Verdi Italiani e del movimento dei Verdi europei, Langer dedicò gli ultimi anni della sua vita – prima del suicidio nel 1995 – ad un particolare impegno alle ragioni di pace nei territori dei Balcani, alla lotta contro la guerra, alla difesa dell’ambiente e alla dinamica di integrazione europea.
Dalla riflessione intorno alla pace – «la cui costruzione richiede un lavoro anche faticoso» – a quella intorno ai temi ambientalisti ed ecologisti, Civati ha discusso le sue posizioni e quelle di Alexander Langer col pubblico del Festival. La visione di fondo che emerge dalla discussione è quella di un necessario intreccio tra una istanza ecologista, di cui – secondo Civati – Greta Tungberg è stata ed è soltanto «l’ultima rappresentante», e un orizzonte di pace e giustizia che passa attraverso una rielaborazione dell’economia, della società, dei confini geografici ed etnici. «La causa della pace non può essere separata da quella dell’ecologia» ha infatti ricordato Civati citando lo stesso Langer. Del politico di Vipiteno, Civati ha poi sottolineato l’impegno da euorparlamentare per la creazione di un corpo civile di pace dell’ONU e dell’Unione Europea e il rifiuto dello stesso Langer, germanofono altoatesino, di identificarsi in un’etnia. In questo senso, scrive Civati, «occorrono “traditori della compattezza etnica”, ma non “transfughi”».
Langer, secondo l’autore, è stato tra i più grandi politici della storia del nostro Paese: «Le sue parole valgono oggi più di quanto non valessero ieri. Le sue idee, se le volessimo raccogliere, cambierebbero il mondo».