Dalla cancellata dello Sferisterio: un viaggio tra musica, teatro e passione
Possiamo dire con gioia che la radio dell’università di Macerata era presente ad uno dei festival più riconosciuti nell’ambito della lirica e del teatro, mettendo in luce tutta la bellezza del nostro Sferisterio che, in queste giornate di festival, diventa un vero e proprio luogo di culto per il teatro, e motivo d’orgoglio per i maceratesi. Tra le testimonianze dei vari artisti (quali Riccardo Fassi, Sonia Barbadoro e Mario Cassi) che portano la loro passione sul palcoscenico, tra musica, danza e recitazione, spicca l’intervento del direttore artistico e organizzatore del Macerata Opera Festival 2024, Paolo Gavazzini, che è riuscito a regalare agli ospiti del festival (locali e non) delle serate magiche e memorabili, valorizzando al meglio la nostra piccola città.
SFERISTERIO INCLUSIVO
Protagonista Indiscusso è ovviamente lo Sferisterio. L’arena maceratese si trasforma grazie alla meraviglia dell’Opera, come riporta anche la cantante e corista Roberta Minnucci, o l’attore Riccardo Fassi, affascinato dall’ottima acustica l’anfiteatro offre, facendo notare anche l’accoglienza della comunità maceratese verso il Festival e tutti coloro che lavorano per promuovere questo importante evento culturale. Quest’anno lo Sferisterio offre anche un’iniziativa volto a moltiplicare e diversificare ancor di più quello che è il pubblico dell’arena. Ce ne parla Marco Luchetti, che abbiamo intervistato nella prima serata di diretta al MOF24, mentre si attendeva l’apertura dei cancelli per la Turandot. Marco presenta il progetto InclusivOpera, nato nel 2016, che mette al centro l’inclusione e l’accessibilità ai siti culturali per tutti, indipendentemente dalla condizione fisica, cognitiva e sensoriale di una persona, modificando quindi sia la parte infrastrutturale se necessario, sia il percorso museale, organizzando anche dei laboratori inclusivi per i più piccoli, e fornendo strumenti e materiali che possano agevolare la visita, o nel caso dello Sferisterio la visione dello spettacolo.
100 ANNI DI PUCCINI
Uno dei ruoli più rilevanti per il Festival è sicuramente quello del direttore artistico, ruolo ricoperto quest’anno da Paolo Gavazzini, che ci ha raccontato il filone principale del MOF24, ovvero Giacomo Puccini, autore italiano di fama internazionale. In occasione del centenario della sua morte, Macerata ha voluto dedicare al maestro questa 60esima edizione, celebrando la sua carriera attraverso alcune opere che lo hanno reso noto in tutto il mondo come la Turandot, tragedia ambientata a Pechino dove la figlia dell’imperatore mette alla prova i suoi pretendenti con tre indovinelli da lei ideati, colui che non saprà risolverli sarà decapitato; la Bohème, opera giovanile ambientata a Parigi nel 1830, che narra le vicende e le lotte alla povertà di un gruppo di amici, tra amori, sofferenze e arte. A celebrare invece il festival e l’arena maceratese abbiamo la Norma di Vincenzo Bellini. Questo titolo infatti rappresenta la prima opera lirica che i maceratesi hanno voluto portare allo Sferisterio nei primi del Novecento, quando si comprese che l’arena era adatta alla lirica e che Verona non era la sola a possedere un gioiello architettonico adatto a spettacoli musicali.
LAVORO DI SQUADRA
Dopo tante interviste e racconti di esperienze arrivateci da attori, mimi, ballerini e produttori possiamo certamente dire che anche nel teatro il lavoro di squadra è fondamentale. Non ci può essere rivalità tra un attore e l’altro, così come bisogna riconoscere al fonico, al truccatore, all’assistente… altrimenti tutto si riflette sull’esibizione finale, che dopotutto è l’obiettivo comune. Il focus è il successo, il motore è la passione che unisce tutti i lavoratori, sul palco e dietro le quinte, la collaborazione è necessaria per far accadere la magia.
Un articolo di Anastasia Donatelli e Nicole Valentini